Giuriamo di non voler diventare un sito politico né di alcun impegno sociale, ma in questo periodo è davvero difficile schivare la tempesta di puttanate che si abbatte sulla terra dei giochi da tavolo.

Devir ritira tutte le copie di Ace of Spades e si offre di sostituire gratuitamente le carte “problematiche” presenti nel gioco.

Come se questo possa ritenersi problematico:

Cioè, non passerà inosservato, ma dobbiamo accettare l’idea che sia storicamente accurato il cravattino rosso con il doppio petto bianco.

Ne abbiamo viste di illustrazioni brutte, illustrazioni mal concepite e mal realizzate. Allo stesso modo ne abbiamo visti di temi delicati inseriti con leggerezza o superficialità, e abbiamo accusato, deriso e difeso molte di quelle “scelte”, ma la combinazione di cattivo gusto e gratuità di queste carte ci lascia con poche parole.

Due, per la precisione: “deficit” e “cognitivo”.

Ma non le diciamo perché non troviamo un disegno abbastanza brutto per rappresentarle.

Di fronte all’espressione di sconcerto del pubblico più attento, e di nausea di tutti gli altri, la Devir ha dichiarato “a noi sembrava ganzissimo”, riferendosi a quello che all’illustratore è stato evidentemente richiesto come “un Hulk fortemente neg*o, sbavante, indemoniato, e con le orecchie come sportelli di Panda aperti“.

A Devir è stato anche chiesto perché non avessero utilizzato dei consulenti storici per trattare l’argomento, ma invece di rispondere “che cazzo dite?!?”, hanno optato per un più elegante “perché è un fantasy!”, dove l’eleganza è la medesima utilizzata per le immagini.

Avremmo veramente voluto difendere la scelta di Devir di non nascondere sotto al tappeto le parti peggiori della storia, ma cagarci sopra sbavando istericamente ci è sembrato talmente indifendibile da rimetterci alla clemenza della corte.
Che comunque è sempre quella dei linciaggi pubblici.

Nonostante tutto questo solitario/cooperativo sta reggendo l’impatto col pubblico meglio di Codename: Back to Hogwarts, forse perché ha meno pubblico, forse perché chi gioca da solo non ha nessuno con cui lamentarsi, o forse perché i neri la prendono meglio dei trans.
E se pensate di fare facile ironia di questo… fatelo, tanto non potete fare peggio di Devir.

Per consolarci, vediamo una galleria di copertine di giochi da tavolo che non hanno creato lo stesso scompiglio, pur impegnandosi moltissimo.

3 risposte a “Devir si scusa: “non avevamo anche amici neri””

  1. Avatar orienteeringlagunanordvenezia
    orienteeringlagunanordvenezia

    Ricordo che esattamente 10 anni orsono, days of wonder dovette ritirare le carte di Five Tribes che raffiguravano uno schiavo in catene con le carte, politicamente corrette, di un fachiro seduto sui chiodi. Sorvolando, sull’irrisolto dilemma delle pedine del turno di gioco a forma vagamente fallica, specialmente quelle di colore rosa pallido. Probabilmente Devir ha voluto omaggiare la DoW per il decennale.

    "Mi piace"

    1. La famigerata invidia della pedina a pene.

      E comunque, nonostante i tempi, non si trovano nemmeno più i razzisti di una volta. A prendersela con questi ci si sente quasi in colpa…

      "Mi piace"

  2. […] l’ha localizzato, ma data la sensibilità aziendale, ha sottolineato l’occasione persa per intitolarlo “Duel for […]

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a orienteeringlagunanordvenezia Cancella risposta

Trending