Anno di grande intensità sociale in quel di Berlino, come non ne sentivamo dall’edizione del 1939.

Anche questa volta con una certa partecipazione italiana, e una sconfitta trionfale come solo l’affiancamento alle istituzioni tedesche ci consente.

Vince il Kinder Spiel Des Jahres una roba qualsiasi, che per noi ha poco di buono, quasi un gioco, ma di certo nessun cioccolato. Eupeptico.

Sky Team trionfa nonostante sia un gioco da 2 giocatori, decretando col minimo sindacale l’ennesimo “c’ero quasi” di Paolo Mori, finalista insieme a Remo Conzadori con Captain Flip, una vera cannonata di gioco che in un sol colpo si impara, si gioca, e si dimentica.
Acqua in D2.
Ma piacciono così, a noi che nei western abbiamo sempre tifato per i bisonti.
Nonostante l’agguerrita concorrenza, Sky Team ha vinto con merito: è un collaborativo da due giocatori in cui non si può parlare.
Finalmente un family game pensato per le famiglie vere.

Il Kenner inveceè andato Daybreak, prodotto ecologico a tema ecologia, che si tradisce solo nel mancare l’unica ecologia ludica: smettere di produrre giochi del cazzo con l’ergonomia di uno SPID.

L’ideazione è di Matt Leacock e Matteo Menapace, nomen omen, infatti quest’ultimo è riuscito in un record senza precedenti: vincere il premio e farsi bandire a vita dal concorso, in una botta sola. Eroe (in)discusso.

Di questa chicca però il merito va principalmente agli organizzatori, che con un’attenzione e una sensibilità come nemmeno i… ma perché dovevano essere proprio tedeschi?
Dicevamo, a modo loro, hanno notato solo dopo la premiazione che il Menapace, Don Matteo (come lo chiamano oggi i suoi seguaci), avesse indossato un adesivo rappresentante una fetta d’anguria in sostegno della popolazione civile palestinese decimata nella guerra tra Israele e Palestina.
Nonostante non vi fosse un veto dichiarato sulle espressioni politiche (o civili), il reich ha deciso che un antisemitismo del genere fosse inaccettabile, e che quindi Don Matteo andasse gasato infornato bandito a vita. O almeno finché non saranno allestiti dei lager per game designer.

“Gli ebrei potrebbero sentirsi offesi”, dicono gli organizzatori mentre invitano Don Matteo a salire sulla carrozza del treno a lui dedicata, ignorando per altro la sensibilità dei petrolieri, già rappresentati come il male nel gioco appena premiato.

“Cambiano gli schieramenti, rimangono i metodi” diceva nonno parlando di wurstel, ma non l’ho mai capito tanto.

Per noi resta uno Spiel Des Jahres che non riusciamo a smettere di guardare, bello come un incidente stradale.

ilpuzzillo.com

3 risposte a “Spiel des Jahres 2024: il trionfo della morale”

  1. […] rispetto ad altri premi internazionali non dovrete assistere a epurazioni politiche (o almeno anche quelle son fatte all’italica maniera, in […]

    "Mi piace"

  2. […] Intanto, lo Spiel des Jahres continua a offrire la miglior fotografia del mercato moderno: giochi semplici per chi non vuole giocare davvero, giochi esperti per chi ha dimenticato perché ha iniziato a farlo, e una giuria che li premia perché i lager non sono più politically correct (sebbene…). […]

    "Mi piace"

  3. […] questa edizione non si registrano deportazioni, forse grazie anche alla preventiva censura. Sul palco poca politica, un […]

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a IoGioco Award 2024 – IL PUZZILLO Cancella risposta

Trending