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| Modella: Aleksandra “BloodyLala” Fedor Fotografo: Marco Nardi |
Titolo: Pandemic
Eccoci, dopo tanta robaccia, a trattare forse il migliore tra i collaborativi puri per giocatori esperti.
Il che pone Pandemic appena una spanna sotto il peggior gioco competitivo qualsiasi.
Lo ammetto, l’idea di lottare per debellare malattie infauste per l’umanità come lo squacquerone di Nonno Nanni, la puffalgia , la crisi di cazzo e l’onicocriptosi, è sempre un forte stimolo a partecipare ad una partita di Pandemic. Ciò di cui purtroppo non ci si riesce a liberare è la grave piaga dei solitari di gruppo o, come amano chiamarli i produttori, giochi collaborativi.
Questo gioco, per una testa e otto mani, gode di una certa popolarità, anche perché pochi altri permettono come questo di potersi allontanare dal tavolo senza remora alcuna, più o meno come Lupin III, ma senza limiti di tempo e con tale opzione valida per ogni giocatore in qualsiasi momento. Spiacente Frumusa, ci avevano già pensato.
E a pensarci è stato Mr. Matt Leacock, un uomo amareggiato dalla vita (Lea=prato, Cock=cazzo) che, dopo aver perso i pochi amici firmando Roll Through the Ages, ha provato a costringere qualcuno al tavolo a parlare con lui realizzando il collaborativo Pandemic. Insoddisfatto dei risultati però, considerato che i compagni si limitavano ad ignorarlo gestendo serenamente la situazione, ha deciso di affondare il colpo sulla famiglia, mettendo a frutto un mostruoso Power Kitty, con il risultato di perdere anche l’appoggio dei parenti. Nel 2010, infine decide di tornare ad una più stabile situazione di tregua silenziosa con amici e parenti, facendosi produrre Forbidden Island, nuovo collaborativo vagamente più “family” sulla falsa riga di Pandemic.
Ora penserete che una persona normale non possa fare il game designer, o che noi esasperiamo le realtà dietro la realizzazione di (brutti) giochi. E pensate bene. In ambo i casi.
Tornando al nostro Pandemic, dove nel frattempo l’amico che tiene il tavolo è andato avanti senza di noi con una certa agilità (il non dover fingere di discutere scelte matematicamente ovvie fa guadagnare un sacco di tempo sia a chi gioca sia a chi è andato a studiarsi il regolamento del prossimo gioco), troviamo un sistema di autogestione del tabellone/intelligenza artificiale funzionale e ponderata, tanto che il sistema di contagio delle città è stato registrato come “a cagata di piccione”. Ma è solo uno degli elementi simpatia inseriti nel regolamento, già il piacevole setup ad esempio prevede la famigerata suddivisione in mazzetti delle carte, da ricomporre dopo averci infilato a caso le carte “cazzi vostri”, per dare un senso al vostro affanno durante il girovagare mondiali inseguendo il puffo gonorreico che terrorizza i fedeli del pianeta.
Scopri carte, piazza i cubetti, controlla sei hai perso, altrimenti prova a levare i cubetti. Un turbine di attività che vi tiene coinvolti senza soluzione di continuità, il biliardino.
C’è però una mappa, tanto per dare l’impressione, facendo muovere le pedine, che ci sia un senso per il tutto, e facendo così subentrare le carte con le locazioni, una roba che serve per muoversi nelle città, per costruirci una base, per trovare una cura, che arricchisce di trepidante tensione il gioco, che se scarti una carta per muoverti non potrai usarla per curare, né per costruire. Tensione alle stelle. Poi il nostro amico ci richiama al tavolo, e la finale dei mondiali dell’82 ce la finiamo di vedere dopo.
Il gioco va vanti così fintanto che non ci siano troppi cubetti sul tavolo o troppi pochi giocatori. Talvolta invece gli annoiati rimangono al tavolo fino a debellare le peggiori malattie del pianeta e ripongono la scatola nello scaffale auto-applaudendosi come principianti del corso di danza del ventre dopo la prima lezione.
Purtroppo, escluso il tentativo d’infilare talvolta una qualche forma di traditore, nulla può salvare un collaborativo, e così è per Pandemic, nato per essere un’applicazione da tablet, che al momento ha l’unico pregio civile di tenere distratto Leacock dalla sua condizione umana.







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