di Mr. Black Pawn
Quando molla il troll, ovviamente tutti pensano all’ennesima trollata.
E quindi il troll deve fare il doppio della fatica per salutare, e magari non ne ha grande voglia, ma in fondo è colpa sua che è uno stupido troll.
Però potrebbe essere un’occasione per dire due parole in più e una battuta in meno, potrebbe essere un modo per togliermi per qualche minuto il sorriso beffardo dalla faccia.
Uno dei vantaggi dell’essere un “personaggio”, e soprattutto un personaggio che trolla con una parola su due, è che per un bizzarro sistema inconscio chiunque tende più o meno a localizzarti in qualcuno che conosce, o che abita vicino, o che ha un’età simile, oppure ad astrarti al punto che non ti dà neanche un’identità reale. Questo mi ha sempre permesso di mantenere un reale anonimato, di gironzolare, di ascoltare e parlare indisturbato con gente ignara pronta a dirmi qualsiasi cosa, incluse ovviamente le peggiori nefandezze sul sottoscritto e sul Puzzillo (su White Bishop invece arrivano solo apprezzamenti, e solo da uomini). Ovviamente ho anche visto lo stesso Patata di turno perdersi in lodi sperticate del blog col “Black Pawn” designato, di solito un tizio vestito di nero, evidentemente colpevole di avere il physique du rôle, oppure il primo a dire che non gli è piaciuto uno dei giochi che ho messo in Sfida, oppure chiunque in grado di fare una perifrasi simpatica o una battutaccia su un gioco dell’Autore (quest’ultima rende “Black Pawn” una buona metà dei giocatori italiani).
Insomma, ne ho sentite parecchie. E alla fine, dopo l’ultimo tour fieristico ma soprattutto dopo le ultime polemiche giunte alle mie orecchie, e lette in giro per la rete, su blog, liste e forum, e lamentele di una lunga serie di editori e autori mi sono deciso che era ora di finirla.
Il mondo ludico non è pronto a ridere di sé stesso. Basta guardare qualche post “caldo” qui sul Puzzillo per vedere quanta rabbia repressa ribolla sotto la pelle squamosa del settore, e la colpa è della bile secreta dalle piccole e meschine rivalità, dalla voglia di emergere in un mercato asfittico, dalle gelosie dei concorrenti, dalla megalomania di piccoli uomini che si credono grandi.
Sempre più spesso al Puzzillo viene da un lato richiesta la massima cattiveria, e dall’altro ci si lamenta perché “diamo addosso ad onesti lavoratori” e “abbiamo inaugurato un brutto trend”.
Diavolo, decidetevi.
Ma no, non aspetterò la vostra decisione. Ve la rimangereste dopo un paio di tiri di dado.
Il mio “brutto trend” finisce qui.
Lascio a voi le male parole alle spalle, i giochi non testati, le importazioni mal tradotte.
Le polemiche su chi accetta la postepay, i falsi utenti che ringraziano e votano i giochi.
Le rivalità fra poveri, i giochi sòla, i prototipi inguardabili, gli “inevitabili” errori di stampa.
I bloggers con la diarrea sulla punta delle dita, che si auto investono di ruoli inutili e fuorvianti.
Gli autori, produttori, illustratori di giochi del cazzo.
Ecco, il mio “brutto trend” finisce qui.
Grazie a tutti voi, e buon divertimento, se ci riuscite.





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