Titolo: Nexus Ops
Anno: 2005
Autore: Charlie Catino, sì proprio lui, quello di Nexus Ops
Editore: Avalon Hill
Tipo: gioco da tavolo
Genere: conquista e guerra
Tema: fantascienza
Meccanica: movimento su mappa, combattimento diretto.
Numero Giocatori: 2-4
Durata: 90-115
Difficoltà: 2/5
Dipendenza dalla lingua: elevata (carte e plance)
Illustratore: Burdett, Okumura, Waters, Whitley, tutti sotto acido per l’occasione.
Finalmente: bello, divertente, a tratti intelligente e pieno di risorse.
Ma adesso basta parlare di me.
Nexus Ops è forse uno dei pochi giochi del suo genere a poter essere giocato senza rinunciare ad una vita sociale, ed è probabilmente questo il motivo per il quale è stato rimosso dalle linee produttive da anni.
Parliamo di questo gioco vecchio e che non potete comprare non solo per farvi dispetto, ma perché pare che la Fantasy Flight, al passo coi tempi, abbia deciso dopo 6 anni di prenderne i diritti e riprodurlo, probabilmente scazzando qualche regola e appiattendo l’ambientazione, tanto per porre il marchio di fabbrica. Già pronto un manuale di 32 pagine di FAQ.
L’attivissimo Charlie Catino, che oltre a Nexus Ops ha realizzato un omino di mollica alla cena di Natale e 6 punti con un tiro a freccette, altro non ha fatto che prendere un gioco che a tutti sarebbe piaciuto poter giocare, come Twilight Imperium, e ridurlo ai minimi termini, per venire incontro alle facoltà mentali dei giocatori. Obiettivo centrato, meglio che quella volta con le freccette.
Con le stesse pretese di un nerd in fatto di ragazze, Nexus Ops si presenta con una plancia esagonata componibile, una torretta centrale in cartone, una plancetta per ciascun giocatore, qualche carta tra obiettivi e potenziamenti, qualche semplice dado e una cascata di miniature dai colori importati direttamente da un locale diversamente eterosessuale degli anni ’80.
Il fascino di questi pezzetti di plastica trasparenti, che per simpatia chiameremo
exogini, è quasi ipnotico, la caratterizzazione poi è qualcosa che supera il valore delle pasticche assunte dal quartetto di artisti che le ha realizzate. Tanto da far passare in secondo piano i territori di varie tipologie e le interazioni con le caratteristiche di ciascuna miniatura.
Altrettanto in secondo piano vegeta il gameplay, così semplice da poter essere giocato anche mentre continuate a esprimere considerazioni sulle miniature: raccogliete le risorse (il fantomatico Rubium), le spendete per schierare miniature, le muovete e tirate i dadi in faccia al vostro avversario mentre questo fa altrettanto. Chi ottiene, raggiungendo gli obiettivi segreti o palesi, il piccolo numero di punti necessari, chiude la partita.
Metti i ragazzi a tavola, dagli i pupazzetti e fagli tirare i dadi. Gente semplice il ciel l’aiuta.
Un senso al tutto si cerca tra gli obiettivi segreti che vengono pescati a caso ogni turno, questi dovrebbero far pendere la tattica del giocatore di turno in turno, ovviando alla necessità di essere il più forte in campo, ma non a quella di essere il più “sculato” o, come dite voi che non siete avvezzi al gergo tecnico “fortunato”.
E la torre nel mezzo? Mero simbolo fallico?
Sì.
Ma dominarla concede a fine turno un paio di carte in grado di fare la differenza durante la partita.
Come vanno le partite a Nexus Ops?
Iniziano perché vorreste giocare a qualcosa di bello ma non ne avete né il tempo né le facoltà, proseguono perché giocare con i pupazzetti non è mai stato tanto semplice nemmeno quando avevate solo
Mini Pony, finiscono perché c’è sempre uno più fortunato al tavolo.
La durata del trip è accettabile, meno di due ore per aver avuto l’impressione di giocare ad un 4X (per l’occasione 2X) senza spendere un capitale in acidi o in portatili e sala LAN.
Tra omini che cavalcano ragni giganti, lucertoloni saltatori della lava, e libellule drago (dragon-fly, libellula in inglese, e tante grazie alle lezioni di lingua di Mr Catino), Nexus Ops, il cui nome è stato scelto come onomatopea di scuse per quanti lo avessero acquistato, si lascia giocare come una partita a freccette (forse da lì l’idea di Charlie), senza la preoccupazione dell’incapacità, agevolmente aggirata con l’uso di dadi da 6.
Pare che nella versione della Fantasy Flight, prevista per il 2012, le miniature non saranno realizzate allo stesso modo, questo potrebbe togliere qualche voto al gioco, ma tranquilli, non si può andare in negativo.
PRO – breve, incentrato sulle missioni più che sulla supremazia, miniature ipnotiche.
CONTRO – semplice per il suo genere, plancia non praticissima, fattore C decisivo..
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