Anno: 2007
Autore: Andrea Chiarvesio
Luca Iennaco
Editore: Stratelibri
Tipo: gioco di dadi
Genere: dadi gestionale
Tema: fantasy
Meccanica: piazzamento lavoratori (dadi), gestione risorse.
Numero Giocatori: 2-5
Durata: 90-150
Difficoltà: 2/5
Dipendenza dalla lingua: nulla
Illustratore: Mad4GameStyle
ludica” (da noi, ovviamente), una sorta di unità di misura del gusto e dei
livelli di divertimento e aleatorietà.
Steakhouse burger, e infatti Kingsburg (o Kingsburger, come potremmo chiamarlo)
è del 2007, e nel frattempo sono accadute cose: Dixit ha vinto lo Spiel des Jahres
(e nonostante ciò le persone ancora giocano), Wings of War ha cambiato nome e
gli stessi Chiarvesio e Iennaco hanno realizzato un nuovo gioco.
un gioco che prende una buona fetta di consensi (compresi quelli per passarlo
allo “scaffale alto della libreria”) con la sua meccanica essenziale di “tira i
dadi e usali per prendere cose”, unita alla sempreverde “usa le cose per
costruire ottenendo bonus e punti”. E’ entrato nella lista dei classici come un
SUV entrerebbe in un parcheggio per biciclette.
movimento necessario ai giocatori per essere distratti dall’essenzialità del
resto: “tira un dadino bello di zio, guarda quanto hai fatto… bravo!”. A
qualcuno basta, qualcuno chiede anche un Jenga per determinare l’ordine del turno,
Kingsburg rimane punto di riferimento per determinare la distanza in termini di
sollazzo.
i dadi, lanciati per ottenere risorse e poco altro, è anch’esso lo stretto
necessario per instaurare un rapporto interattivo: un matrimonio a distanza
condito da sesso telefonico. E anche questo aspetto a qualcuno basta, altri si
stanno soffocando col filo del telefono, Kingsburg è un incontro a settimana in
un motel a mezza via.
“ehi Kennedy, che pensi di farci con quel buco in testa?”, e anche se talvolta
riuscirete ad ottenere qualcosa di meglio grazie ad un minimo di spirito di
osservazione, in generale il suggerimento dell’onesto Jim è “lancia 17 e godi”
(le caselle non sono ovviamente equivalenti e, tanto per darsi un
tono, la 17 pare più favorevole della 18). Qui a tirare la pietra miliare mi ci
metto anch’io, che ‘stavolta questa non pone Kingsburg a metà strada tra la
leggerezza di una dose di alea da far spavento alla “sorchetta” (sì, è un gioco
e no, non è “quel” gioco) e quella presente in un partita a scacchi tra cyloni;
non lo fa perché mentre la durata s’inclina verso i robotici scacchi il fattore
C piega notevolmente verso quello necessario nel suddetto gioco di carte. Così
alcuni cercano di ovviare lanciando i dadi molto velocemente, altri dandosi a
Olympus, dei terzi giocando a Quarriors! (prima di iniziare a lanciare dadi
velocemente).
Damocle sulla testa dei giocatori talmente classica che ormai Damocle ci tiene
una copia di Kinsburg, extra perché non costringe i giocatori a confrontarsi e,
preoccupazione a parte, è attaccata al gioco come Jessica Alba alla mia ironia.
Le possibilità poi che questa incida sulla vostra partita sono pari a quelle di
vedere uno struzzo allacciarsi i mocassini sul vostro pianerottolo.
nelle presentazioni di nuovi giochi di dadi, fornendo indicazioni, da acqua a
fuochino, per triangolare la posizione del nuovo arrivato e collocarlo nell’indice
di gradimento personale.
vale più o meno lo stesso, collocata proprio in modo che si sarebbe potuto fare
di peggio (come abbiamo spesso visto) ma anche di meglio (sebbene non avrebbe
avuto senso data la natura dell’integrazione quasi casuale tra grafica e
meccanica).
divertente come un Kingsburg (il doppio di Small World).
Carcassonne), lungo come un Kingsburg (esattamente come I Pilastri della Terra), ingombrante come un Kingsburg (circa 2/3 di Dakota).
delle (non bilanciatissime) costruzioni e inserisce elementi casuali (sì ancora
di più) come personaggi speciali ed eventi casuali (sì sì).
per i-phone, attesa (probabilmente in vano) quella per Android.





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