Ha aperto i battenti il più grande carnevale europeo, noto come Lucca Comics and Games, con l’intenzione di non tradire le aspettative generate dal titolo di quest’anno e dalle sue presentazioni: Bleah.

“Ciao Vichinghi!”

Gli organizzatori, che volevano creare un clima più disteso dopo le polemiche politiche delle ultime edizioni, hanno dichiarato: “Abbiamo scelto french kiss, omaggiando la cultura d’oltralpe, solo dopo aver scartato espressioni dell’amore toscano come Il budello di tu’ ma’ e Se ni’ mondo esistesse un po’ di bene e ognun si honsiderasse suo fratello…”.

Noi possiamo sintetizzarla citando René Ferretti: “Te prego, girala tu ‘sta scenda demmerda de baci demmerda”.

Archiviata l’attenzione agli aspetti istituzionali, andiamo a occuparci dell’area Games, da sempre punto di riferimento di chi vuole sedersi e di chi vuole toccare qualcosa senza rischiare una denuncia.

Punta di diamante del disinteresse generale è ancora la sala Ingellis, l’aula dove le più grandi menti del gioco si ritrovano ogni anno interrogandosi su temi quali “dove sono i bagni per gli ospiti”, “si possono chiudere le porte, che fa freddo e non arriva più nessuno”, e il più spregiudicato “mi si sente?”.

Per le strade il carnevale impazza, ma nell’area Games si raggiungono traguardi inimmaginnabili, o immaginabili ma che comunque ‘sticazzi: La Games Workshop compie 50 anni. La casa editrice che ha venduto un’hobby, pioniera dei collezionabili senza rarità, già definita la Apple delle miniature da nessuno, festeggia soffiando sulle altre case editrici che si spengono come fiammelle, mentre il desideerio lo esprimono i giocatori: se proprio dovete rimanere solo voi, almeno dateci un gioco nuovo decente.

10 anni invece per MS Edizioni, una casa editrice italiana dal basso profilo, probabile motivo per il quale la falce delle leggi di mercato l’abbia mancata.
Dopo aver iniziato con la localizzazione di giochi dall’estetica di dubbio gusto, negli ultimi tempi sta cercando di monopolizzare il filone dei giochi investigativi, invitandoci a scoprire se sarà questa scelta il colpevole della sua fine.
Ma noi puntiamo ancora sull’estetica di dubbio gusto.

Polemiche per i costi dei rapporti con Tetsuo Hara, disegnatore di Ken Shiro: migliaia di euro per vederlo, il doppio per una foto, il quadruplo per farci qualcosa.
Sembra il tariffario per Lucca.

Lucca ci lascia intuire quanto non sia il mondo ad essere diventato nerd, bensì il nerd ad essere diventato pop: gli eventi dell’area Games sono quasi tutti dedicati al gioco di ruolo, al L.A.R.P., e alla vita in costume che anima la festa.
Al gioco da tavolo rimangono i tavoli. Tanto per dimostrare, ce ne fosse stato bisogno, che il gatekeeping è un’attività del tutto superflua.

Tre conferenze dedicate ai giochi, ne trattano in maniera utilitaristica: il cooperativo per le squadre di emergenza, il gestionale per comprendere la finanza, il didattico per insegnare a imparare (o viceversa).
-Spiegamelo come lo spiegheresti a un bimbo di 4 anni.
-Spiacente, questo è 14+.

La conferenza più ludica che troviamo a Lucca è quella dedicata a Bologna Play 2026.

Rimane la grande attesa per le novità: a soli tre giorni dalla chiusura di Essen Spiel 2025, il pubblico brama di trovare sui tavoli i titoli 2024 in versione italiana.
“Almeno ripassiamo le regole”.

C’è però, con la solita presentazione in sordina magna, da scoprire il Gioco dell’Anno 2025, che abbiamo colpevolmente considerato.
Tra Botanicus, Cities, Terror Scape, Mesos, e Il Fiume d’Oro, tra produzione 2024 e 2025, tra giochi semplici e complessi, tra dicotomia e dissociazione.

Lucca rimane un evento immancabile, dove incontrare tutti quelli che non potevano mancare: un incrocio tra un gruppo di sostegno e una casa di reclusione, dove cercare di parlare con qualche reduce di Essen per farsi raccontare qualche gioco da riconoscere l’anno prossimo.

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