Anno 16 dell’era Kickstarter, e ad Essen è record di presenze, di superficie occupata, e di giochi a esagoni.

-Esiste la parola pietà in questo dojo?
-No!
-Ma almeno troppo?
-…
-…
-Un altro gioco a tema ambiente?

Tutto esaurito alla fiera del gioco, e il padiglione principale, come sempre, è un misto tra il pellegrinaggio di Santiago e un centro commerciale il giorno del Black Friday, solo con più sudore e meno offerte.

Ma quest’anno l’organizzazione ha cercato di distribuire i punti d’interesse, per non creare affolamenti e non dare l’impressione di avere padiglioni di serie A e B, quando era una serie C un po’ dappertutto.

In mostra, davanti al pubblico più eccitato che Epstein abbia mai visto, quasi 2000 novità da dimenticare entro Natale e qualche prequel di edizioni deluxe del 2026.
Ogni editore ha presentato almeno un titolo “eco-friendly”, realizzato con materiali riciclati. Da precedenti fallimenti. Mentre a Essen di esagoni sui tavoli oggi se ne vedono più che di svastiche nel ’39, non saranno amichevoli, ma diamine che colpo d’occhio!

Di una certa rilevanza il grande palco dal quale, celebrando una body positivity di cui i giocatori non hanno mai fatto difetto, si sono tenute presentazioni e conferenze di un certo livello come: “Gioco e cultura: può capitare“, ma anche “L’importanza di supportare l’industria del gioco: dove sono i freni?“, e l’acclamatissimo “Cosplayer: chi li ha fatti entrare e perché“.

Intanto 1.170 persone giocavano a Coloni di Catan contemporaneamente, stabilendo il record di degenti occupati senza supervisione medica.

Essen Spiel continua a volare come il mercato ludico, quello che vede produrre 5000 giochi nuovi all’anno e chiudere case editrici al ritmo di una a settimana.
Parafrasando Kassovitz: il problema non è il volo, è l’atterraggio.

Fino a qui, tutto bene.