Premesso che chiederci se si producano troppi giochi è come chiedere ai texani se si producano troppe pistole, questa rimane una domanda sempre più frequente nei circoli dei giocatori che vogliono darsi un tono: bulimia ludica o coprofagia capitalista?

Solo nell’ultimo anno e solo su Kickstarter sono usciti più di 5.000 nuovi giochi, e grosso modo altrettanti in distribuzione tradizionale.

Una quantità di scatole con cui, affiancandole tutte, potremmo creare un ponte che collega la Gen Con di Indianapolis direttamente all’outlet di Giochi Uniti.

Ma per capire come mai si producano tanti giochi, dobbiamo prima capire perché si producano giochi, e vi sorprenderà sapere che, a differenza del rock,  non tutti lo fanno per scopare: la maggior parte lo fa per alimentare il proprio ego (polit. corr. “per passione”), e i più abietti invece persino per denaro.

Questi ultimi li riconosciamo perché producono piccoli giochi di carte o party game, rivisitazioni infinite di titoli già di successo, e IP mostruose come Harry Potter e il prigioniero transfobico.

Mentre quelli che producono per onanismo fanno tutto il resto, dai giochi delle band metal ai Medioevo Universale, dal wargame con il regolamento più pesante di mille fustelle al backgammon senza dadi. 

E da questo umido lavoro escono due macro categorie di giochi: la prima è di quelli che riesci, per gusto o resistenza, a giocare una volta sola, mentre la seconda categoria è di quelli che ce la fanno, che finiscono sul tavolo invece che su Vinted, e che trovi in negozio invece che in offerta su Magic Melma.

“Va bene, ma quindi perché diventano così tanti i giochi prodotti?”

Intanto perché produrre giochi da tavolo è forse la cosa più economica dopo mettere i piedi su Only Fans, ed è un ambiente ricco di egomaniaci troppo o troppo poco bullizzati.
Quindi giù montagne di prodotti “edittatoriali”, fatti per il gusto di averlo fatto come cazzo mi pare a me, e muoia Sansone con tutti i concetti di design.

Poi c’è la ricerca spasmodica dell’idea “WOW” da parte degli editori, che sta causando una generazione di autori e giocatori che sembrano l’esercito di terracotta dell’ebetismo. Giochi che sorprendono per l’idea originale, ma che danno origine solo a flussi di cassa, esaurendosi nel tempo della stampa dello scontrino.
– Questo devi proprio vederlo!
– Lo vogliamo giocare?
– Perdio no! Guardalo, è geniale.

E ancora: la spremitura dei titoli di successo, con Pandemic a cui manca solo la versione in cui devi sconfiggere l’epidemia di Pandemic, Zombicide che ormai si trascina sulle sue viscere fino a cambiare editore, o i loop paradossali come il gioco di dadi di Kingsburg, o il gioco di carte di Terraforming Mars. Sembra di leggere il libro tratto dal film del Signore degli anelli.

La maggior parte dei giochi che vengono prodotti hanno una storia breve e una diffusione minima, mentre quelli che ce la fanno non sempre sono i migliori, perché a queste dimensioni di mercato, il marketing diventa importante, e non può piacere ciò che non si conosce.

Siamo di fatto nel periodo di massimo splendore del gioco da tavolo, nonostante l’esplosione delle sceneggiate emozionali dei GDR e la potenza atomica dei videogiochi. Ma questo sta significando per lo più una maggiore produzione e forse un pizzico di migliore sviluppo, poco altro.

C’è stato un tempo in cui l’amore per il prodotto e la competizione portavano innovazione e qualità, ma oggi non è più quel tempo, oggi è tempo di rompere il cazzo a tutti, per non perdere l’idea stessa di qualità.

Ed eccoci qui, ad aggiungere le nostre cagate, in attesa che qualcuno ci rompa il cazzo per lo stesso motivo!

“Ok, ok, ma alla fine, sono davvero troppi i giochi prodotti?”

Se consideriamo il fatto che siamo arrivati al punto che se ne mandano al macero, sembrerebbe di sì.

Se consideriamo che non basterebbe una vita per provarne la metà, sembrerebbe di sì.

Se consideriamo le necessità del pubblico e le disponibilità di spazio, sembrerebbe di sì.

Ma se consideriamo quanto ci piace criticare prodotti del cazzo, non bastano mai.

Troppi giochi? La natura farà il suo corso e, spoiler, non sopravviveranno i migliori.

O muori da Food Chain Magnate, o vivi abbastanza da diventare UNO qualsiasi.

Una replica a “Si producono troppi giochi?”

  1. […] – Dovremmo averne parlato nell’articolo “Si producono troppi giochi?“. O forse no. Ma rappresenta benissimo il tipo di gioco che sta in quella fascia tra […]

    "Mi piace"

Lascia un commento

Trending