Un’intervista in quattro parti quasi vera, di Albino Pedina
Disclaimer: Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è seppur di poco puramente casuale.
Nessun gamer, distributor, publisher, designer, developer, photoreporter, marketer, blogger, infotainer, journalaier, youtuber, onlyfanner, pornhubber è stato realmente maltrattato, a differenza della lingua italiana sul web e in particolare su questo sito.
PARTE I – CHE CAZZO VUOI?
Mi chiamo Albino Pedina e sono uno stagista non pagato per “Il Puzzillo”. Ho appena iniziato, in realtà, questo è tipo il mio primo vero incarico. E la prima cosa che mi hanno chiesto di fare è intervistare questo tizio, che pare scrivesse sul blog diversi lustri fa. Il Puzzillo è molto attento alle richieste della sua community, e dato che un buon 30% di follower (corrispondente a circa due persone e un quarto) hanno menzionato “Mr. Black Pawn”, il caporedattore mi ha inviato a casa sua per fargli qualche domanda e dare al pubblico quello che vuole.
Dopo diverse ore di guida su colline inospitali e brulle, raggiungo la mia destinazione: un posto che non appare neanche su Google Maps e che viene segnalato, pare, solo su alcune mappe del modulo di D&D Scatola Blu “posti inculati, ma inculati male”. Di fronte a me c’è una baita di pietra scura e legno annerito dal tempo, col tetto incatramato e non finito e una porta di legno. Sopra alla porta è appesa un’insegna fatta a mano, incisa con rabbia e sgorbie artigianali, i cui squarci compongono la scritta “SE LO STAI LEGGENDO, SEI TROPPO VICINO”. Busso ed entro: dovrei essere atteso, o almeno lo spero. La porta scricchiola con una dignità ruvida, e appena entro la prima cosa che sento è l’odore acre di scatole di cartone, resina epossidica e ostilità estrema. Le pareti sono ricoperte da mensole traboccanti di giochi da tavolo. Questi però non sono ordinati come quelli degli sfondi degli influencer: è più un ecosistema semi-selvatico, dove Advanced Squad Leader convive con Cash & Guns solo perché nessuno dei due ha ancora avuto il coraggio di muoversi per primo. In questo inferno di fustella, legno, carta e plasticaccia, l’unica fonte di luce è una mezza dozzina di candele consumate.
C’è un tavolo centrale, fatto da un vecchio portone medievale appoggiato su pile di giochi ancora nel cellophane – quasi tutti provenienti dall’outlet di Giochi Uniti – sopra il quale campeggiano una pila di vecchi fumetti noir e una tazza piena di dadi a 8 facce e quella che odora come una grappaccia da due soldi. In un angolo c’è un camino, sopra cui riposa una balestra – anch’essa medievale, probabilmente usata, quasi sicuramente su bersagli vivi. A fianco del camino c’è una cassa abbastanza grande, in grado di contenere almeno due colli di giochi di medie dimensioni. Riconosco tra la cenere e il carbone un paio di coniglietti di Dixit, un pezzo di scatola di Goblins: Epic Death e la miniatura di So Long, My World, ormai ridotta a un ammasso di plastica deforme.
Mi accorgo del padrone di casa solo quando una voce roca, con retrogusto acido, mi chiede: “Che cazzo vuoi?”
Seduto sulla sua poltrona, che secondo le leggende è rivestita di pelle di game master morti, c’è Mr. Black Pawn, il volto volutamente e perennemente in ombra, con l’unico occhio sano – ma comunque in qualche modo dalla forma sbagliata – che ogni tanto brilla illuminato dalla luce delle candele. E sta guardando me.
“C’è una qualche parte di ‘che cazzo vuoi’ che devo spiegarti o riesci a rispondere in autonomia?” insiste la voce. Il tono è tagliente, ma stanco. Cupo, ma incazzato. È il tono di chi ha visto la fine di una partita a Republic of Rome in cui a round 8 e con guerre in atto e in arrivo non si riescono a eleggere due cazzo di consoli.
“L’intervista… sono qui per l’intervista. Il Puzzillo ha ripreso a scrivere e qualcuno ha commentato che vorrebbe leggere un tuo intervento.”
Si ferma un attimo. Starà pensando ai vecchi articoli? O agli ultimi anni di silenzio? O, ancora, starà riflettendo su oltre quindici anni di giochi ed eventi ludici?
Lo vedo muoversi sulla poltrona, forse la domanda lo ha messo in agitazione. O forse sta-
Una roboante, interminabile e umida scoreggia fende l’aria, arricchendo l’aroma della stanza con note aspre e olfattivamente molto colorate.
“Intanto scrivi questo.”
Sarà una lunga intervista.





Lascia un commento