Il decano Spartaco Albertarelli ha recentemente, e nuovamente, puntato il dito contro la piaga del gioco d’azzardo e l’incapacità della stampa, e delle istituzioni, di identificare il gioco d’azzardo come elemento distinto e distorto rispetto al gioco sano.
E sì che Flip 7 è candidato alle Spiel des Jahres.

A scatenare il Celebrato “straparlante” sono stati i nuovi dati sull’andamento del comparto ludico, che già nel 2022 vedeva una spesa pro-capite di quasi tremila euro. E ovviamente parliamo di videopoker et similia, non di Kickstarter; ma capite l’imbarazzo, se diciamo solo “spesa patologica per giochi”.

Immancabilmente sosteniamo queste posizioni. In particolare ammiriamo l’arroganza con cui gli attori del teatro dei giochi da tavolo si sentano in grado di intervenire sulla Hollywood del gioco d’azzardo.
I campioni di biliardino del baretto contro Calciopoli.
Braveheart.

E la guerra passa anche per piccole battaglie, come quella linguistica, ma certo pensare che cambiare la ludopatia in azzardopatia possa salvare il mondo del gioco di società, sembra un tantino ottimistico.

Altrettanto lo è pensare che togliendo un ludopatico dalle sale slot si possa acquistare un giocatore da ludoteca.
Sarebbe come chiudere Porn Hub convinti di trasformare un pedofilo in un cinofilo.
Cioè, magari funziona, ma probabilmente non nel modo previsto.

E poi c’è Lino Banfi.

“GIOCA RESPONSABILMENTE”, uno slogan che andrebbe proposto ad ogni fiera, è invece il motto della pubblicità di un casinò on line, che vede protagonista nonno Libero, e che si apre con un esplicativo “OGGI MI GIOCO TUTTO”.
Uno degli migliori spot dell’associazione psicoterapeuti che abbiamo mai visto.

Uno scontro ìmpari.

Da parte nostra rimane l’impegno civile: l’interesse per un disagio sociale che ci appartiene e che non possiamo vederci sfilare da un esercito di coglioni che devastano la società con la scusa del gioco.
Ma nemmeno dai ludopatici.

Una guerra che possiamo vincere, siamo pronti a scommetterci.

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