Sta crescendo

Una buona notizia se parliamo della vostra prole, meno se consideriamo l’ennesima metastasi di quella malattia terribile che è l’amatorialità nel campo degli eventi ludici.

Lo diciamo con un groppo in gola, ma la qualità generale di prodotti e grandi eventi negli ultimi anni è aumentata. In qualche modo pensavamo che questo sarebbe bastato a spronare la dignità di velleitari organizzatori a mettersi le mani nel naso e al limite tornare a fare del giornalismo ludico, ambito risparmiato dal processo evolutivo.

Invece no, il gioco conquista, la gente si annoia, e un po’ per protagonismo, un po’ per masochismo, decide di approfittare della fragilità delle istituzioni locali, spesso di paesi in cui la gente civile non ha più nemmeno la seconda casa, e trova i fondi per dare vita alla versione triste della sagra del mignolo nel comodino.

Eventi ignorati dall’editoria e incompresi dalla comunità, in cui però gli organizzatori riversano solitamente ogni propria energia vitale, portando avanti il tutto con la sola forza di quella che definiremo “gioiosa disperazione”.

La forza degli organizzatori.

Si coinvolgono amici e parenti, ci si aggrappa a ogni minima conoscenza del settore e si investe anche il fondo del fondo cassa.

Benvenuti a Civitonix.

Non è il primo anno, con buona pace dei bookmakers, ed effettivamente la manifestazione di disagio cresce, gli ospiti che prima erano solo autori ripescati dagli inferi della cancel culture e prodigi near miss, oggi sono anche normali sconosciuti, scommesse azzardate e grandi nomi stranieri che il pubblico riconosce come “quel tizio in sandali che non parla la lingua”, chiamato in causa in situazioni istituzionali come “qualcuno ha portato una salsiccia a quel tizio in sandali che non parla la lingua?”.

Nel parco di Civita Castellana ora c’è  un palco importante per i panel di chissenefrega, i talk di sticazzi e le sfilate del cosplay, su cui non ci pronunciamo perché siamo persone per bene. Ci sono anche molti tavoli per giocare, una ludoteca assistita fornita e venditori di giochi. Nonostante questo c’era molta gente, in quel di giugno, nell’unico parco cittadino. Tanto da far sospettare che la buffa locandina abbia risvegliato la capacità della popolazione locale di superare le avversità della natura per vivere quel pezzetto di terra dimenticato. Non ci hanno ucciso Laura Palmer, ma ora credo che saprebbero affrontarlo.

Il problema della resistenza del pubblico però ha un costo: Civitonix vedrà una nuova edizione, più piena, più grande.
A questo punto non ci rimane che sperare che sia solo un brufolo.

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